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Volontariato

 

Molte persone amano molto gli amici a quattro zampe, ma non hanno la possibilità di tenerne uno in casa, o si preoccupano di non essere in grado di accudirli, o ne vorrebbero altri da coccolare ma non possono. Un’ottima alternativa, oltre all’adozione a distanza, è aiutare un gattile o un canile nella propria zona. Ci sono tantissimi pelosi in cerca di qualcuno che li ami, sia cuccioli che adulti. Se proprio non è possibile adottare, si può provare a dare una mano all’interno delle strutture che li accolgono. Se non se ne conoscono, è sufficiente chiedere al proprio comune di residenza, o alla Asl, o agli studi veterinari. Si può andare poi a dare un’occhiata di persona, parlare con gli altri volontari che spiegheranno le attività; alcune strutture organizzano anche dei corsi interni. Tra i tanti incarichi, si può scegliere quello che fa per noi, tra le molteplici attività.


Chi cerchiamo
Se non è possibile garantire una presenza costante agli amici pelosi, ci sono comunque tanti altri modi per fare volontariato. Si può donare ciò che può essere utile: cibo, coperte, cucce, farmaci, reti, lettiere, ecc.. Si può effettuare una raccolta di cibo o di fondi, aiutare nella raccolta di donazioni, organizzare eventi a favore della struttura, fare le staffette per il trasporto dei quattrozampe, ricerche e volontinaggio per i nostri amici smarriti, ritiro delle forniture, raccolte alimentari negli esercizi, stalli, portare acqua e cibo alle colonie feline… e molto altro: la scelta è vastissima. Venite a trovarci, anche solo per dare un’occhiata o per chiedere informazioni.
Il volontariato fa bene alla salute, sia fisica che psichica. E allunga la vita.

Un’ampia revisione di 40 ricerche, pubblicata sulla rivista BMC Public Health dimostra che occuparsi degli altri e spendersi in attività benefiche non è vantaggioso solo per chi riceve le nostre attenzioni, ma anche per la nostra salute: il volontariato infatti aumenta il benessere generale, allontana il rischio di depressione, ci rende più soddisfatti di noi stessi e addirittura potrebbe allungare la vita.

Lo ha scoperto Suzanne Richards dell’università di Exeter in Inghilterra, andando a rivalutare i dati di 40 ricerche precedenti sull’argomento: «Numerosi dati paiono deporre a favore di un effetto positivo del volontariato sulla salute, ma per lo più si tratta di evidenze narrative e nessuno aveva mai messo a confronto i dati degli studi sperimentali condotti sul tema. Noi abbiamo analizzato tutti assieme i risultati di ricerche sperimentali e di studi longitudinali di coorte, durati molto a lungo», spiega Richards. Stando ai risultati dell’approfondita analisi, i vantaggi per la salute mentale sarebbero chiari: miglior benessere generale, minor rischio di ansia e depressione, una maggiore soddisfazione per la propria vita in generale. I dati peraltro confermano quelli di uno studio pubblicato su JAMA Pediatrics , secondo cui anche gli adolescenti impegnati in progetti di volontariato stanno meglio: calano colesterolo, marcatori dell’infiammazione e pure il peso, in più si registrano effetti positivi sull’autostima, l’umore, la capacità di empatia e la salute mentale. (Tratto da www.corriere.it/salute/neuroscienze)

Occuparsi degli altri. Le persone che passano del tempo ogni mese ad aiutare gli altri (sia che si tratti di animali, di altre persone o dell'ambiente) sono più felici. Una ricerca della dottoressa Suzanne Richards dell'Università di Exeter Medical School, nel Regno Unito, ha esaminato 40 studi degli ultimi 20 anni sul legame tra volontariato e salute, rilevando che il volontariato è associato con meno casi di depressione, maggiore benessere e una riduzione del 22 per cento del rischio di morte. (Tratto da www.focus.it/comportamento)